La transizione energetica è fondamentale per la competitività dell’industria italiana. Legambiente, con la sua “Bussola per la competitività”, propone strategie per ridurre i costi dell’energia puntando su fonti rinnovabili ed efficienza produttiva.

1. Energia e competitività: il ruolo delle rinnovabili

Legambiente, con la sua Bussola per la competitività, sottolinea che la manifattura italiana non può essere competitiva con costi energetici troppo elevati. Per ridurli, l’associazione propone di puntare su fonti rinnovabili, efficienza energetica ed economia circolare, diminuendo così la dipendenza dal gas fossile e contrastando le speculazioni sui prezzi dell’energia. Tuttavia, il governo italiano sta seguendo una strategia opposta, investendo nel potenziamento dei gasdotti e nella costruzione di nuovi rigassificatori. Inoltre, il possibile ritorno al nucleare rischia di distogliere risorse dagli investimenti in soluzioni più sostenibili e tempestive.

2. Bussola per la competitività: le strategie europee per la transizione energetica

Anche l’Unione Europea ha presentato la sua Bussola per la competitività, basata su innovazione, decarbonizzazione e sicurezza. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha accolto con favore la revisione del regolamento Cbam, una misura pensata per tutelare le industrie energivore, come la siderurgia, dall’impatto delle tasse sulle emissioni di CO₂. Inoltre, Urso ha ribadito la necessità di rivedere il regolamento europeo sulle emissioni delle auto, sostenendo una maggiore neutralità tecnologica. L’Italia si oppone alla scelta del solo elettrico dal 2035 e chiede di includere alternative come i biocarburanti per garantire una transizione più flessibile e meno impattante per l’industria automobilistica.

3. Proposte per superare gli ostacoli alle rinnovabili

Nonostante nel 2024 la produzione elettrica da fonti rinnovabili abbia raggiunto un record del 41,2% del fabbisogno nazionale, numerosi ostacoli burocratici e normativi frenano lo sviluppo del settore. Tra le principali criticità segnalate da Legambiente ci sono i costi elevati dell’energia legati alla dipendenza dall’estero, i lunghi tempi delle autorizzazioni per nuovi impianti e le restrizioni imposte da alcune normative regionali e nazionali. Per superare queste difficoltà, l’associazione propone 14 misure, tra cui la revisione del decreto sulle aree idonee, la riduzione dei tempi di transizione verso il prezzo zonale dell’energia e la semplificazione degli iter per il rinnovamento degli impianti eolici esistenti. Rafforzare il personale degli uffici preposti alle autorizzazioni potrebbe accelerare il passaggio a un modello energetico più sostenibile ed efficiente.